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"Typewriter Art", si può dipingere con una macchina da scrivere?

Oggi torno a parlare di un caso in cui non è il quadro in sé, i colori usati, o il soggetto ritratto, ciò che suscita interesse. L’interesse, o come piace dire a me, lo stupore, il genio, questa volta sta nel mezzo. Lo strumento usato per dipingere, comporre, o dovrei dire scrivere, il quadro.

Immaginate di camminare per Londra, e di vedere, seduto vicino ad un muretto, un ragazzo che batte a macchina. Nel 2023 può bastare questo per suscitare scalpore, vero, ma cosa succederebbe se, avvicinandovi a questo singolare scrittore fuori dal tempo, che schiaccia tasti che hanno almeno il doppio della sua età, sul foglio che emerge con lenti e rumorosi scatti, vedeste questo:



Esatto, WOW! Ho detto la stessa cosa. Quello che avete incontrato non è un pazzo, un nostalgico della scrittura o un figurante di una rievocazione storica. É James Cook, e per quanto anche il suo nome profumi di XVIII secolo, ha venticinque anni ed è un giovane artista che sta incantando il mondo.

James dipinge quadri scrivendo a macchina. Ha iniziato questa attività nel 2014, ispirato dalle opere dello statunitense Paul Smith, anch’egli artista “typewriter” nato nel 1920. Negli anni, con l’espansione della sua arte, James è arrivato a collezionare oltre 50 modelli di vecchie macchine da scrivere, spesso regalategli dai propri fan.

Le sue mostre offrono infatti un eccezionale colpo d’occhio, perché i quadri non sono appesi alle pareti, ma emergono ognuno dalla propria macchina da scrivere.



James è andato anche oltre il limite fisico del foglio A4, utilizzando rotoli di carta più lunghi o componendo le opere in sezioni verticali che poi incolla tra loro, nei casi dei quadri più grandi. Per alcune opere sono necessari più di 500.000 battute. Cinquecentomila!

“a picture worth a thousand words” James Cook - "un' immagine vale migliaia di parole" James Cook

Questo articolo non arriverà a 2.500, così vi fate un’idea. Un’idea della dedizione e precisione che serve per trasformare i caratteri a disposizione, un po' meno di quelli che tutti vediamo sulla tastiera del nostro computer, e senza possibilità di cambiare carattere o dimensione, in ombre, sfumature, curve, espressioni. Bisogna vederlo da vicino, per rendersi conto della complessità, un concetto simile alle opere di Deniz Sağdiç di cui abbiamo parlato tempo fa.


Lettere, numeri e pochi altri simboli, ripetuti, avvicinati, sovrapposti, per realizzare ritratti, paesaggi, qualunque cosa. Come avere una tavolozza limitata o solo alcuni pennelli a disposizione, bisogna ingegnarsi per riuscire ad ottenere il bello, a catturare lo sguardo. James ci riesce alla grande.



Scommetto che la prossima volta che scrivete una mail o un testo qualunque, vi verrà voglia di uscire dai limiti dello scrivere moderno, per prendere quei caratteri e spostarli, liberamente, dove volete, metterli uno sull’altro, disordinati. Vi basterà andare a pescare una vecchia macchina da scrivere, non avrete nemmeno più il problema della corrente o della batteria, potrete scrivere quanto volete e dove volete.

Attenzione a non sbagliare però, con quella non si può fare “annulla”.



Fonte immagini: https://jamescookartwork.com/






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