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“Se voglio mostrare il mondo così com’è, devo inventarlo” - Hilma af Klint

Aggiornamento: 1 dic 2021


La pittrice che dipingeva l’invisibile: Hilma af Klint


Group IV, The Ten Largest, No. 3, Youth,1907
Group IV, The Ten Largest, No. 3, Youth,1907

Ph. Credits


Se pensiamo alla parola “astrattismo” nel mondo dell’arte, è inevitabile pensare subito a certi nomi. Basta digitare astrattismo su wikipedia per trovare una sezione intitolata “i caposcuola dell’astrattismo mondiale” con indicati Vassily Kandinsky, Piet Mondrian, Frantisek Kupka, Kazimir Malevich, Robert Delaunay, Paul Klee. Senza nulla togliere a questi artisti talentuosi che hanno fortemente contribuito a questo movimento artistico, ma ancora una volta, è una donna quella che può essere considerata la reale madre dell’astrattismo, una vera e propria pioniera di questa corrente così all’avanguardia e quasi surreale, ma fortunatamente questa volta non per colpa di una questione di genere. È stata infatti la stessa artista, la svedese Hilma af Klint, a vivere le sue avanguardie in totale silenzio e isolamento perché pensava che i suoi contemporanei non la potessero comprendere.

Lei lo sapeva, era pienamente consapevole del suo talento, della sua lungimiranza e arte “visionaria” e che lei e lei sue opere erano destinate a un pubblico del futuro; infatti Hilma vietò l’esposizione delle sue opere, si parla di una produzione di oltre 1200 dipinti e 125 taccuini, per vent’anni, una quantità di tempo secondo lei sufficiente per far sì che la collettività evolvesse sensibilmente. Sfortunatamente era stata troppo ottimista e le sue

opere rimasero nei magazzini del Moderna Museet di Stoccolma, perché per il suo direttore Pontus Hultén nessuno era interessato a quel tipo di arte astratta considerata “invendibile”. Rimasero in quei magazzini fino all’86, anno in cui fecero il loro debutto ma ne parleremo in seguito.

Hilma inizia a coltivare l’interesse spirituale dopo il triste, ma fondamentale evento, della morte a soli 11 anni della sorella minore, che provò a contattare con sedute spiritiche organizzate con un gruppo di 4 amiche, De Fem (The Five). Ad appena 20 anni, è una delle poche donne della sua generazione ad essere ammessa all’Accademia Reale Svedese di Belle Arti. Inizialmente l’arte di Hilma era caratterizzata da una pittura di ritratti e paesaggi in uno stile naturalista che la portò ad appassionarsi alla botanica, ma successivamente si dedicò a voler rappresentare l’invisibile quando nei primi anni del 900 ci furono le prime scoperte scientifiche come l’ esistenza di atomi, raggi X, onde elettromagnetiche e particelle.

The Ten Largest, Childhood, No. 2
The Ten Largest, Childhood, No. 2

Ph. Credits

Hilma essendo una donna istruita e molto sensibile trova nella scienza e nella fisica due strumenti per rappresentare ciò che non era visibile come appunto gli atomi di cui c’è la serie di dipinti “Atom” per esempio dove rappresenta l’atomo in un processo di sviluppo che si muove verso l’unità e che può essere facilmente paragonato al cammino spirituale e agli obiettivi a cui aspira Hilma. Sovrappone continuamente concetti come buio e luce, bene e male, fisica e materia, maschio e femmina, scienza e folclore. Ciò che ha cambiato il corso della sua vita è però la serie di 193 opere “Dipinti per il tempio” a cui ci si è dedicata completamente dal 1906 al 1915 convinta dai messaggi ricevuti dal contatto con gli spiriti celesti dopo le sedute di meditazione ed esercizi spirituali con il suo gruppo di amiche.

Altarpiece no 1, 1915
Altarpiece no 1, 1915

Ph. Credits

Queste opere sono mature e complete e sono il primissimo esempio di Arte Astratta. Purtroppo persino Steiner, fondatore di quella dottrina antroposofica alla quale Hilma faceva riferimento, le consiglia di non esibire le sue opere per almeno 50 anni non capendo né apprezzando quell’approccio rivoluzionario dell’arte di Hilma. Purtroppo finchè Hilma rimane in vita, nessuna delle sue opere vede la luce rimanendo a impolverarsi in qualche scantinato di famiglia fin quando non vengono ereditate dal nipote dell’artista con due rigide clausole, ovvero che non venissero né vendute, né esposte fino a 20 anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1944 a seguito delle ferite riportate per essere stata investita da un tram. Nel 1986, come anticipato, finalmente le opere di Hilma vedono per la prima volta la luce dei riflettori facendo il loro debutto internazionale alla mostra The Spiritual in Art – Abstract Paintings 1890 – 1985, del County Museum di Los Angeles. Da quel momento, le opere dell’artista svedese, madre dell’astrattismo, sono state esposte nei Musei di tutta Europa. Nel 2013 il Moderna Museet di Stoccolma le dedica la più grande retrospettiva (con oltre 230 opere) e nel 2018 arriva la consacrazione mondiale con la mostra “Hilma af Klint: Paintings for the Future” allestita al Guggenheim di New York.


"La vita è una farsa se una persona non dice la verità" - Hilma Af Klint -

Ancora oggi, le sue opere sono un richiamo per appassionati di arte o per chi si approccia per la prima volta all'artista. Fortunatamente, nonostante il periodo in cui molti musei sono chiusi e ci è difficile poter vedere una mostra o ammirare anche solamente un quadro o una piccola esibizione, i Musei non si perdono d'animo ed escogitano alternative digitali per portare l'arte a casa delle persone.

All' Art Gallery di Sydney, nonostante le porte chiuse temporaneamente, stanno organizzando modi per imparare, essere ispirati e diventare creativi a casa e online per esplorare la mostra Hilma af Klint: The Secret Paintings online da casa.


 




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