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  • Immagine del redattoreIl Mio Salotto

Quando i piaceri della vita si fondono per dare vita a golose illustrazioni senza il peccato

Intervista a Stefania Simeoni


Ciao Stefania, grazie di aver accettato di parlare con noi. Potresti presentarti ai nostri lettori? Quando e come hai deciso di iniziare a realizzare le tue opere?

Ciao Ilaria, grazie dell'invito. Sono un'artista e ricercatrice che opera nel campo della pittura, indagando la raffigurazione di oggetti quotidiani e curiosi, svelandone la loro natura ambivalente e simbolica. Sono nata a Trento, dove vivo e lavoro; dopo essermi diplomata presso l'Istituto d'Arte, ho conseguito la laurea magistrale in Gestione e Conservazione dei Bei culturali presso l'Università della mia città. Fin da giovanissima ho coltivato la passione per la pittura, sostenuta anche dalla nonna pittrice e da mio padre, musicista professionista. L'arte è di casa!


Stefania Simeoni

La prima volta che ci siamo sentite, mi hai detto che dal punto di vista pittorico lavori sul tema del desiderio attraverso la raffigurazione realistica di oggetti appartenenti al mondo del cibo e dell’erotismo. Ti va di spiegare meglio ai nostri lettori il tuo lavoro?

La mia ricerca artistica indaga il desiderio come bisogno innato dell'uomo. In questa prospettiva il cibo e l'erotismo sono pulsioni vitali e fonti di piacere che oscillano, oggi più che mai, tra libertà e repressione. Sono istinti che, se imbrigliati da tabù e modelli estetici, possono condurre a disfunzioni della sfera personale dell'individuo. La sensualità e il cibo sono da me interpretati per mezzo della descrizione di soggetti che alludono a contesti culinari ed erotici. I lavori sono il risultato di un'indagine che suggerisce una visione del piacere gioiosa ma senza il peccato.


Ti sei da subito cimentata con realizzazioni figurative o hai iniziato con lavori astratti?

Inizialmente la mia ricerca è partita da un'ampia visione del mondo attraverso il linguaggio astratto. Nelle opere più recenti ho focalizzato lo sguardo sulla forma reale delle cose. I miei lavori raccontano storie di oggetti di uso quotidiano che, oltre alla loro innocua piacevolezza, possono suscitare il desiderio e stimolare i sensi con sottile erotismo.


Tè rosa Bianca sensualità



Cosa ti ispira? Cosa ti fa iniziare un nuovo lavoro? La scintilla per mettersi davanti

alla tela?

Credo che i miei lavori siano essenzialmente evocativi e simbolici. Seguendo l'esempio di alcuni grandi maestri del Novecento, fra cui Giorgio Morandi e Wayne Thiebaud, indirizzo il mio estro creativo verso oggetti comuni che vengono però rielaborati, metabolizzati e restituiti sulla superficie in una forma nuova, fatta di colore, forme ed emozioni.


Quali tecniche, tipi di colore o mezzi preferisci utilizzare? Utilizzi il supporto in verticale o in orizzontale?

In questi anni mi sono specializzata nella tecnica del pastello morbido su carta e lavoro prevalentemente in orizzontale, su una superficie piana. Si tratta di una tecnica affascinante poco diffusa ed utilizzata rispetto ad altre forme pittoriche. La caratteristica che più apprezzo dei pastelli morbidi è che si tratta di una tecnica a secco, per cui non vengono aggiunti diluenti o acqua e il pigmento rimane puro. Ciò mi permette di caratterizzare i soggetti con colori pieni e vibranti.

Ad opera ultimata utilizzo dello smalto di rame per realizzare piccoli puntini disseminati sulla supeficie che costituiscono momenti imprevisti e di rischio. In contrasto con la rappresentazione realistica, questi elementi casuali introducono un elemento gestuale e potenzialmente pericoloso, un invito a riflettere sugli equilibri tra le contraddizioni e i piaceri della vita.


Arance in corsetto Limone trasgressivo Ricco melograno


Sei un’artista affermata, con diverse esposizioni all’attivo. Quando hai sentito di

essere riuscita ad entrare in questo mondo?

Ho cominciato ad esporre in modo continuativo a partire dal 2014. Fondamentale è stata la possibilità di presentare i miei lavori al MUSE (Museo delle scienze) e di collaborare con la Fondazione Museo Storico di Trento. Successivamente ho esposto anche al monastero di Santa Caterina nel centro storico di Palermo. Attualmente alcune mie opere fanno parte delle collezioni artistiche di chef stellati che apprezzano la mia ricerca sul cibo.


Oltre all’arte, hai altri interessi particolari? O nuovi progetti a cui stai lavorando?

Il mio ultimo progetto ha visto l'alternanza visuale e ritmica di venti opere a pastello appartenenti a due ricerche parallele sul tema del desiderio.

Dieci opere ritraggono oggetti quotidiani non finiti che invitano lo spettatore a costruire il proprio finale dell’opera. In alcuni lavori gli oggetti quotidiani si affiancano con naturalezza a quelli erotici, innescando curiosi cortocircuiti estetici ed emotivi. Le opere sono incorniciate esclusivamente con il vetro al fine di valorizzare il senso di libertà di questi oggetti. Le altre dieci opere rappresentano una serie di dolci golosi che seducono la vita e il palato e sono caratterizzate da una raffigurazione più realistica e definita degli oggetti. Le opere sono coronate da sontuose cornici antiche frammentate che liberano il soggetto del desiderio dalla sua staticità.

Attualmente sto lavorando ad una serie di dipinti ad olio su tela che partono da un dialogo con i grandi capolavori dell'arte del tardo '500 che hanno dato l'avvio al genere della natura morta. Una lunga e densa ricerca che fonde il passato con il presente. Ho scelto delle opere che mi hanno colpito aldilà della lettura iconografica e culturale, e in cui ho trovato degli elementi fisici che mi hanno trascinato dentro l'opera, permettendomi di avviare un dialogo con la pittura sotto la sua superficie. Alcuni soggetti di queste opere sono stati prelevati dal loro contesto di appartenenza attraverso un processo di analisi, decostruzione ed interpretazione, verso un lavoro concettuale di riattivazione dell'immagine.


Nelle tue opere il cibo è un tema ricorrente, ti va di parlarci di questa scelta?

Scelgo di dipingere e mostrare allo spettatore alcuni oggetti legati alla vita di tutti i giorni, in particolare al cibo e alla pasticceria; nel farlo scelgo dei soggetti che ai miei occhi appaiono seducenti, intrisi di sensualità, femminilità, senza però alcuna accezione di eccesso o peccaminosità. Considero il cibo un simbolo atavico di desiderio e piacere. I dolci, in particolare, sono fantasie senza tempo che stimolano il desiderio e si caratterizzano per la ricercatezza estetica portata ad altissimi livelli: trionfo del gusto, tripudio di colori, delizia per gli occhi; i dolci sono una delle prelibatezze a cui è più difficile resistere!


Minne di Vergine Peccato di gola



Come hai conosciuto Il Mio Salotto?

Il primo contatto con Il Mio salotto è avvenuto questa estate quando ho avuto il

piacere di leggere l'articolo di Ilaria Puddu su Vanessa Beecroft. Ilaria ha parlato

del lavoro dell'artista e delle sue delicate tematiche con un taglio descrittivo che

mi ha molto colpito per professionalità e ricercatezza. Successivamente le ho

mostrato i miei lavori ed eccoci qua! Parlare di sè e della propria arte non è mai

semplice ma avere la possibilità di confrontarmi con Ilaria, mettere nero su bianco

il percorso e la propria ricerca concettuale, è stata una esperienza molto

interessante!


Per me é stato un immenso piacere poter intervistare e ascoltare Stefania, scoprendo qualcosa in più su di lei e la sua arte, e mostrare a tutti i lettori, che senza avere preconcetti ma una mente aperta ad accogliere e vedere le cose da un'altra prospettiva, elementi della nostra sfera quotidiana come il cibo e l'erotismo, possano dare vita a meravigliose opere d'arte, come quelle di Stefania. Grazie ancora Stefania!

Per vedere la pagina di Stefania e seguirla: @stefaniasimeoni



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