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Le città impossibili di Cinta Vidal

Aggiornamento: 6 dic 2021

Nella didascalia che appare in fondo ai miei articoli è scritto espressamente che sono affascinato da tutto ciò che riesce a portarmi fuori dalla realtà, e spesso questa “uscita” è immediata, basta uno sguardo ad un disegno, una riga di un libro, una scena di un film, è un colpo di fulmine. Quindi vi voglio presentare un’artista che ho scoperto quest’estate durante un viaggio in Spagna, le cui opere mi hanno rapito a prima vista: Cinta Vidal.


Cinta Vidal Agullo (https://cintavidal.com/) è una steet artist di Barcellona, che articola la sua produzione tra illustrazioni, grandi murales e quadri ad olio. I suoi murales sono sparsi in tutto il mondo, molti si trovano a Barcellona, negli Stati Uniti ed in Giappone, ed i suoi dipinti, olio su tela o su supporti in legno, sono stati oggetto di diverse mostre ed esposizioni, anche esclusive.


Ma cosa è che mi ha colpito del suo stile? Pensateci, qual è quell'elemento che contraddistingue e soprattutto vincola il nostro modo di vivere, l'ambiente che ci circonda, le azioni-reazioni che causiamo, la fatica che facciamo? Una cosa che diamo inconsciamente e ovviamente per scontata la cui mancanza stravolgerebbe davvero tutto: la gravità.


Quello che distingue la produzione di questa artista è appunto l'assenza di gravità, o, in modo ancor più complesso, la presenza di "tante" gravità. Vediamo infatti due tipi di illustrazioni: il primo in cui i soggetti, spesso oggetti di arredo quotidiano, ma anche case e città, fluttuano liberamente nell'aria, talvolta non limitandosi a volare ma intersecandosi e formando forme complesse. La stessa Cinta Vidal ha dichiarato che questo è il suo modo di elevare gli oggetti, dandogli una nuova importanza.



Il secondo genere di opere, quello che preferisco, tratta invece edifici ed ambienti che si intersecano su diversi piani, ogni piano è un "mondo" a se, con le propria legge di gravità, ogni piano è abitato da persone, animali, oggetti, che vengono visivamente a contatto con i loro omologhi degli altri piani, senza però interagire o mescolarsi, come se si ignorassero rispettivamente. Così la parete di una casa è allo stesso tempo il terrazzo di un'altra casa che vive "ruotata" di novanta gradi, ed il terrazzo di questa sarà una parete in una terza "dimensione" e così via. Questa multidimensionalità degli elementi trova a mio avviso uno dei punti più alti nelle grondaie e nei tubi di scolo delle case, che si connettono pur provenendo da piani diversi ed opposti, creando un forte effetto nonsense.


Negli anni l'artista ha proposto una vastissima gamma di ambientazioni e stili architettonici, per ognuno dei quali ha sfruttato gli elementi tipici per creare connessioni sempre sorprendenti, troviamo nei suoi disegni edifici moderni, industriali, medioevali, futuristici, espressioni dell'edilizia tipiche di diverse parti del mondo.



Tramite questa non interazione tra mondi che in realtà sono fusi tra loro l'artista vuole portare l'attenzione all'isolamento del singolo e alla mancanza di comunicazione che spesso viviamo, aspetto che è molto evidente nei dipinti che mostrano ambienti interni, dove i personaggi che li abitano "convivono" in diverse azioni quotidiane arrivando a sfiorarsi, ma senza mai interagire veramente, restando "propri" del loro piano gravitazionale.


Osservando queste opere, è molto facile pensare al famosissimo "Relativity" di Escher, chiamato anche "le scale impossibili", e contestualmente ad una delle migliori scene di un altro capolavoro: il film "Labyrinth" con David Bowie e Jennifer Connely (se siete nati negli anni '80 sapete benissimo di cosa parlo, altrimenti sapete benissimo cosa guardare stasera).


Essendo rimasto molto colpito dai disegni di Cinta Vidal, ho provato io stesso a realizzare degli schizzi o delle riproduzioni con i Lego ispirate al suo stile (leggete il mio primo articolo per capire di cosa parlo: https://www.ilmiosalotto.com/post/fuggevoli-sculture-di-plastica-per-moderni-peter-pan) trovando molto difficile capire da dove cominciare per "intrecciare" gli ambienti. Si potrebbe partire da un cubo e svilupparsi su tutte le facce, o cominciare con due case "opposte" ed estendersi. Per cui vi lascio con una piccola sfida: perché non provate voi a illustrare un multi-mondo come quelli descritti? Provate a riprodurre un qualsiasi elemento che vi è familiare utilizzando questo stile, e mandateci i vostri lavori all'indirizzo info@ilmiosalotto.com, li pubblicheremo sulla pagina Facebook de ilmiosalotto.


Forza, basta una matita per uscire dalla realtà!


Foto Copyright: Cinta Vidal – cintavidal.com@cinta_vidal





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