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Le bandiere nell'arte grazie ad Alighiero Boetti

Aggiornamento: 6 dic 2021

Fin da piccolo sono stato totalmente affascinato dalle bandiere dei vari paesi, passavo tantissimo tempo ad osservare le ultime pagine di un'enciclopedia geografica dove erano illustrate tutte con il nome del relativo stato, fino ad impararle tutte a memoria. Tutt'oggi sono molto interessato alle bandiere, alla loro storia e significato, ai simboli e alle combinazioni di colori che esprimono sempre molto della storia del paese che rappresentano. Attraverso la vessillologia, lo studio delle bandiere appunto, si può comprendere molto della storia di un singolo stato, di un'area geografica o di un continente. Una delle prime cose che uno stato fa dopo una rivoluzione, una liberazione, un colpo di stato, una separazione, è proprio quella di sottolineare e comunicare al mondo il cambiamento, adottando una nuova bandiera. Osservando la bandiera di uno stato negli anni possiamo vedere da dove nasce, a chi si ispira, da chi è stato conquistato o governato, se la liberazione è stata sanguinosa o pacifica, se questo paese abbraccia particolari ideologie o correnti politiche.


Un'altra mia grande passione sono le mappe, le cartine, i planisferi. Voglio quindi presentarvi un'artista che ha unito questi due elementi, mappe e bandiere, elevandole ad opere d'arte: Alighiero Boetti.


Alighiero Boetti nasce a Torino nel 1940, si avvicina all'arte da autodidatta, raggiunge la sua "maturità" artistica una volta trasferitosi a Roma, nel 1970, dove dichiara di aver "scoperto il colore". Grande appassionato di geografia (scrive con la moglie il libro "Classificando i mille fiumi più lunghi del mondo") intraprende numerosi viaggi in tutto il globo: Americhe, Giappone, Africa e soprattutto Afghanistan, paese che lo colpisce profondamente, dove tornerà per diverso tempo, fondando un'attività e soprattutto dando origine alla sua produzione artistica più rappresentativa: le mappe.

Le mappe di Boetti sono dei planisferi politici dove ogni paese è raffigurato dalla propria bandiera, dove un'insieme di colori e simboli, che a prima vista possono sembrare confusi, rappresenta fedelmente la situazione politico geografica del mondo al momento della realizzazione. Boetti realizzerà circa 150 mappe in quasi 20 anni, a partire dal 1971. Attraverso l'osservazione delle sue opere possiamo vedere l'evoluzione storica e politica del mondo attraverso anni molto movimentati e fondamentali per la situazione geopolitica globale. Una delle cose che salta subito all'occhio è la sparizione dell'enorme macchia rossa derivante dalla caduta dell'Unione Sovietica, ad esempio, o la raggiunta autonomia della Groenlandia, che vede la sua bandiera sostituire quella Danese, aspetto che risulta molto visibile per via della scelta di rappresentazione del planisfero, con la proiezione di Mercatore, dove vengono estese le zone più lontane dall'equatore.



Un'aspetto singolare di queste opere è la realizzazione, non sono dipinte, ma tutte ricamate a mano: Boetti faceva preparare in Italia la tela di base in lino, dove venivano disegnati i confini dei singoli stati, la tela veniva poi affidata a delle ricamatrici Afgane a Kabul, dove l'autore si recava regolarmente almeno due volte l'anno per verificare il progresso dell'opera. Il ricamo poteva durare anni, è stato sempre effettuato da donne Afgane a Kabul, fino al 1980, quando a seguito dell'invasione dell'Afghanistan da parte dell'URSS, il lavoro è stato affidato a profughe Afgane rifugiatesi a Peshawar, in Pakistan. Ogni mappa presenta sul contorno indicazioni riguardanti l'anno e il luogo di realizzazione o altre informazioni per l'autore rilevanti, sempre in ricamo, con uno stile di scrittura senza spazi e leggibile in diverse direzioni che ritroviamo in altre opere di Boetti, alcune riportano anche iscrizioni in lingua Farsi, a testimonianza del luogo di origine.














Il distacco tra autore e realizzazione fisica dell'opera è per Boetti, che firma le mappe come "Alighiero e Boetti" come fossero due persone distinte, l'esaltazione massima dell'opera d'arte, ecco come lui stesso la descrive:


“Il lavoro della mappa ricamata è per me il massimo della bellezza. Per quel lavoro io non ho fatto niente, non ho scelto niente, nel senso che il mondo è fatto com’è e non l’ho disegnato io, le bandiere sono quelle che sono e non le ho disegnate io, insomma non ho fatto niente assolutamente: quando emerge l’idea di base, il concetto, tutto il resto non è da scegliere”

Le dimensioni delle mappe sono molto variabili, da 1,5 x 2 metri a opere molto grandi con lati fino a 6 metri di lunghezza, sono attualmente esposte nei più importanti musei mondiali, ed hanno quotazioni elevatissime, l'ultima è stata battuta all'asta da Christie's a 1,5 milioni di Sterline.


Potete vedere quindi come elementi semplici e di studio comune come le bandiere e la geografia, possono essere elevate ad arte grazie all'intuizione geniale di un artista, che nella sua produzione ha utilizzato altri oggetti inconsueti come i francobolli o i bollini postali, e magari da oggi anche voi osserverete il mappamondo sotto una luce più fantasiosa.


Fonte immagini: Archivio Alighiero Boetti www.archivioalighieroboetti.it






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