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  • Immagine del redattoreIl Mio Salotto

Alessandro Marangon: visual artist che trasforma elementi arborei naturali in opere d'arte

Ciao Alessandro, Potresti presentarti? Chi sei, come e quando sei entrato in contatto con l'arte? come nasce la tua e a cosa si ispira…

Ciao a tutti. Sono Alessandro Marangon e sono un artista visivo, ho iniziato ad essere creativo fin da bambino e le matite sono state i miei compagni di gioco preferiti per tutta l’infanzia. Una volta cresciuto, all’età di 15 anni ho avuto l’incontro col mondo del writing e dell’hip hop italiano dei primi anni ‘90. A 20 sono arrivato a Bologna, ma solo con l’arrivo dei 30 anni ho ripreso a creare, prima modellando plastiche bruciate, poi lavorando la cartapesta ed infine raccogliendo elementi naturali come rami, spine, cortecce, per poi ricostruirli in attente e minuziose composizioni.


Le tue opere con le spine sono davvero impressionanti, quando hai iniziato con questa serie? Qual è stata l'ispirazione?

Il mio esordio con le spine risale al 2015, come dicevo prima, già da qualche anno il mio linguaggio parlava con elementi arborei. Sono sempre stato affascinato dalla Gleditsia Triacanthos, comunemente chiamata Spino di Giuda, io sono veneto ed è un albero che si trova non di rado dalle nostre parti, anche se il suo uso in agricoltura sta scomparendo, veniva usato per creare recinti e cespugli a difesa dagli animali. Me lo fece conoscere mio padre tanti anni fa e me ne innamorai. Adoro le forme di questi aculei, alcuni arrivano anche a 20 cm, sono quasi delle armi, ho fatto uno studio dettagliato dei loro particolari e si prestano artisticamente a molte applicazioni. Ho realizzato alcune piccole sculture che ho intitolato “Dicotomie”, dove appunto il contrasto fra bianco e nero, vuoto e pieno, la fa da padrone. Nella prima quarantena, quella del 2020, ho avuto a disposizione un laboratorio in gran parte all’aperto sui colli bolognesi, e scolpii anche delle sculture in legno in scala 1:10 di queste spine, erano alte anche più di 160 cm!

Un progetto enorme che prima o poi dovrò riprendere, secondo me ha delle grosse potenzialità.



Ci vuoi parlare invece delle opere con le cortecce? Le cerchi tu personalmente? dove ? e come fai a farle diventare come nelle tue opere, che lavoro c’é dietro?



Le opere delle cortecce vengono da qualche anno prima e sempre dal mio amore per la Laguna Veneta e il Delta del Po.

Le prime cortecce le recuperai da alberi di Pioppo alla deriva e depositati dal mare sulle spiagge della Riserva Naturale di Porto Caleri: dopo essere stati dilavati dall’acqua e bruciati dall’azione del sole la loro scorza si toglie come una pelle secca. E proprio “Pelle” è la parola che dà il nome alla serie. La difficoltà sta poi nel ricomporla in una superficie piana come un puzzle, e lì sta l’abilità e la sensibilità di un’artista nel rendere tutto omogeneo in un’armonia di forme e di pesi. Tento a ricreare la bellezza delle linee della Natura, spero di riuscirci, non c’è lavoro più arduo.

Nelle mie ultime elaborazioni ho lavorato anche con la quercia, la Roverella dell’Appennino bolognese, ma tengo a precisare che nessun albero è stato danneggiato, lavoro sempre materiale privo di vita.



Vedo che oltre a creare opere con oggetti naturali come rami e cortecce, fotografi anche. Cosa ti ha spinto ad iniziare a scattare fotografie e quando hai deciso di espandere la tua carriera anche ad altri ambiti artistici?


Non mi definisco un professionista ma amo scattare immagini in bianco e nero, vengo dal mondo della grafica e questo mi ha portato ad avere un occhio sensibile per le inquadrature. Mi sento molto bene quando fotografo, senza preoccuparmi molto dei tecnicismi che ci sono dietro, metto quello che vedo in una cornice e immortalo il momento, è molto liberatorio. Per questo uso una macchina lomografica a pellicola, una Holga 120, un apparecchio con la lente in plastica che assomiglia più ad un giocattolo che ad altro, mi piace perchè non ha zoom, non è possibile decidere il tempo di esposizione, non ha nulla, ti permette solo di schiacciare l’interruttore dell’otturatore e basta. L’effetto che si crea è ottenere delle foto che sembrano uscite dall’Ottocento, le adoro.

Sono stato sempre curioso ad ogni forma d’arte e sono molto eclettico, potrei dedicarmi a qualsiasi disciplina, mi divertirei comunque un sacco.

Le foto poi mi sono servite sempre come oggetto di studio per tutte le mie creazioni.



Ad Ottobre 2022 sono stata alla Conferenza Internazionale The Arts of Inclusion and Connection a Bologna dove ho potuto ammirare una serie di tuoi disegni all’interno della presentazione sul concetto di Mindscape (paesaggi e memorie alla scoperta del Sé) a cura della psicologa e arteterapeuta Diletta Rusolo. Ci vuoi parlare dei tuoi disegni e della tua particolare tecnica?


Come dicevo poc’anzi, dallo studio delle mie fotografie vengono anche i miei disegni. Sono tornato alle matite solo l’anno scorso, dopo una lunga pausa durata quasi un ventennio, nel periodo della quarantena quando tutto ci era impossibilitato ed ero chiuso nel mio laboratorio. E’ stata una dura lotta, non ho un buon rapporto col disegno, da completo autodidatta devo studiare molto l’immagine prima di ritrarla, e la fotografia e l’uso del computer mi sono di fondamentale aiuto. E’ tutto grafite su carta, e pazienza, enorme pazienza, per alcune tavole ho impiegato anche dei mesi.



Chiudiamo con la classica domanda, ma sempre stimolante a mio avviso, come e dove ti vedi tra un anno?


Mi vedo con nuovi progetti in opera: sto progettando dei workshop che se prendono forma mi terranno molto occupato, ho delle nuove collaborazioni che spero mi portino fuori dal territorio nazionale. Sto scrivendo per la conservazione della memoria degli alberi monumentali, vorrei contattare le amministrazioni comunali o i semplici cittadini proprietari di queste piante secolari quando vengono a morire e proporre loro il mio apporto artistico per preservarne il ricordo.

E mi auguro di starmene ancora chiuso dentro al mio laboratorio a creare incessantemente. Purtroppo la mia occupazione lavorativa non mi concede il tempo che vorrei dedicare alla mia arte, penso di non avere neanche cominciato a dare forma a tutto quello che ho in mente, sono solo all’inizio.



Noi de Il Mio Salotto ti auguriamo assolutamente di poter realizzare tutti i tuoi progetti e ti ringraziamo per averci dedicato parte del tuo tempo e per averci fatto entrare nel tuo mondo.

Se volete dare un'occhiata ai lavori di Alessandro vi lasciamo il suo sito internet e le sue pagine social.


Sito: http://www.alessandromarangon.com/

Facebook: Alessandro Marangon Art

Instagram: alessandro_marangon_art




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